Un’altro Poljot d’epoca sovietica che merita una menzione, non soltanto a causa del quadrante ben riuscito ma anche per il fondello piuttosto particolare
Per quanto i fondelli siano mobili e di facile contraffazione questo lo considero un valore aggiunto, peraltro la base è coerente con l’orologio.
Ma torniamo all’orologio che è un Poljot, il movimento è a 17 rubini e non riporta marchiature sovietiche
Ma il suo punto di forza, a mio parere da profano della tecnica, è la grazia con il quale è riuscito il quadrante che fa digerire agevolmente anche certi indici di romana memoria
Semplice ed essenziale la cassa dorata, con anse dritte e minimali.
Circonda bene il quadrante dal fondo chiaro, denso e opalescente; nel nostro caso ben maturato nel colore dal tempo
Gli indici sono dorati e applicati.
Sono ampi e hanno un’incisione al centro a forma di punta di freccia, le spigolosità lucide e vive sono utilissimi nella rifrazione della luce
Ad ore 3, 6, 9 e 12 invece gli indici sono in forma di numeri romani.
Anche in questo caso piuttosto ampi, a conferire ulteriore carattere al quadrante già bello.
Si noti -per esempio- la cura nel disegno e nella forma delle barre verticali che compongono l’indice al 3, tutte e tre diverse
Le sfere di ore e minuti sono affusolate e puntute, anch’esse doppiamente inclinate per la detta gestione de’ refoli di luce serotina.
Quella dei secondi è dotata di graziosa punta a forma di freccia e coda anch’essa particolare e ben formata ma dai profili più dolci
A completare l’armonia generale il plexiglass che si alza verticale a perpendicolo dalla cassa per più d’un millimetro e poi curva a gomito mantenendo un’inclinazione minimissima.
Decisamente un orologio elegante, pulito, ma d’un certo carattere; un quadrante ben riuscito che attira l’attenzione grazie ai particolari molto curati, dagli indici alle sfere.
Nei cataloghi (dove lo vediamo affincato all’orologio presentato qua) compare così
Scritto e visto (abbondantemente) il quadrante, passerei al fondello che riporta la dicitura in tedesco “ZUM 20. JAHRESTAG DER KAMPFGRUPPEN ZK DER SED”.
La sigla ZK sta per Zentral Komitee, mentre SED -non credo ci sia bisogno di rammentarlo ma lo faccio lo stesso- sta per Sozialistische Einheitspartei Deutschlands
Gente alla quale c’è da riconoscere l’indubbio merito d’aver fatto dei manifesti tipo questi
Tornando a noi, ecco un’ulteriore foto del fondello dedicato
I Kampfgruppen der Arbeiterklasse, dei quali vedete qua sotto il vessillo
videro la luce il 29 settembre del 1953 e consumarono il proprio debutto in società alla parata del primo maggio del ’54
Erano sostanzialmente una milizia popolare e furono ampliamente utilizzati anche per la costruzione del muro di Berlino.
La decisione di chiudere bottega fu presa dal parlamento della DDR nel dicembre 1989 e le truppe (non erano pochi, anzi, 189.370 combattenti suddivisi in 2.022 unità) furono definitivamente smantellate nel maggio dell’anno successivo
Ci sono molti esempi in rete di Ruhla in confezione con medaglia e certificato dedicati a vari eventi DDR e ho incrociato anche qualche russo, con confezione e tutto sempre a prezzi spropositati.
Questo orologio ha forse un po’ meno referenze ma sarebbe stato un pezzo molto piacevole anche senza il fondello particolare.
Concludo con le ultime due foto
L’articolo originale nel quale ho presentato questo orologio per la prima volta su CCCP-forum.it si trova qua.
Per ulteriori approfondimenti:
Kampfgruppen der Arbeiterklasse
Combat Groups of the Working Class
Zentralschule für Kampfgruppen